martedì 2 ottobre 2018

Il fantasma di Bedford


Era il maggio 1884, quando i coniugi Evans si trasferirono nella loro nuova casa di Bedford, una cittadina industrializzata ad ovest di Cambridge. Il marito James era un commerciante di antichità, e gli affari andavano piuttosto bene. Era un periodo in cui la diffusa passione per i reperti antichi spingeva moliti a creare imitazioni, più o meno grossolane, tanto che erano forse in circolazione vi erano più reperti falsi che autentici. James si era specializzato nel riconoscere le contraffazioni, sia per quanto riguarda i quadri, sia per quanto riguarda monete e statue di origine romana. La sua bravura e la sua riconosciuta onestà intellettuale gli avevano garantito una buona fama tra i nobili e i borghesi del tempo appassionati di antichità e che trovavano in Evans un consulente affidabile. Sua moglie Cathryn si occupava delle faccende domestiche e pare che fosse particolarmente abile con il ricamo all’uncinetto.


Sembrava che i coniugi vivessero una vita agiata e spensierata, ma all’improvviso qualcosa cominciò a disturbare pesantemente la loro quiete.
I primi incidenti cominciarono nell’agosto del 1984. La signora Evans continuava a trovare tracce di muffa lungo le pareti della stanza da letto. La muffa continuava a ripresentarsi, anche poco dopo la sua rimozione. Col passare dei giorni il fenomeno assunse tuttavia caratteri decisamente più inquietanti. In particolare le muffe si espansero anche in altre stanze della casa ed assunsero colori tra il giallo e il verde. Inoltre, progressivamente, cominciarono a prendere delle forme determinate. Le macchie erano sempre più simili a delle mani, delle mani inequivocabilmente umane. James Evans, in base a quanto riferito dalle cronache, era una persona razionale e attribuì il fenomeno semplicemente a delle infiltrazioni di umidità.
Fece quindi scrostare e ridipingere tutte le pareti coinvolte, ma il fenomeno si ripresentò dopo pochi giorni, più irruento di prima. La signora Evans cominciò a preoccuparsi seriamente: non dormiva la notte, mangiava poco e  - forse a causa del suo stato mentale poco sereno – cominciò a vedere ombre scure che si aggiravano minacciosamente per gli ambienti.
Così iniziarono a circolare strane voci sulla casa dei coniugi Evans. Si diceva che fosse infestata da fantasmi o da spiriti malvagi, e che i proprietari non facessero nulla per allontanarli. Infatti si erano categoricamente rifiutati di rivolgersi a spiritisti e medium – molto in voga all’epoca -, ritenendo che si trattasse di gente poco seria, che voleva solo approfittare economicamente di simili situazioni e sfruttare la faccenda per avere un po’ di notorietà.  
Fu solo consentito ad un fotografo del giornale locale di posizionare la propria macchina fotografica e scattare alcune fotografie. Infine, per tranquillizzare la moglie che dava segni sempre maggiori di inquietudine, James Evans decise di chiamare un sacerdote per benedire la casa.



Da allora i fenomeni diminuirono rapidamente, fino a cessare del tutto. Non si scoprì mai esattamente quale fosse la loro causa, ma alcuni giornali insinuarono che Evans, a causa del suo mestiere e della sua passione per l’antiquariato, avesse collocato in casa una qualche statuetta di origine sconosciuta, la quale avesse portato con sé da lontano un qualche maleficio.
La maledizione sarebbe cessata solo in seguito alla benedizione della casa (forse accompagnata anche distruzione dell’oggetto). Da allora in poi, anche tra i successivi acquirenti dell’immobile, nessuno avrebbe riscontrato più fenomeni particolari.


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