Era
il maggio 1884, quando i coniugi Evans si trasferirono nella loro nuova casa di
Bedford, una cittadina industrializzata ad ovest di Cambridge. Il marito James era
un commerciante di antichità, e gli affari andavano piuttosto bene. Era un
periodo in cui la diffusa passione per i reperti antichi spingeva moliti a
creare imitazioni, più o meno grossolane, tanto che erano forse in circolazione
vi erano più reperti falsi che autentici. James si era specializzato nel riconoscere
le contraffazioni, sia per quanto riguarda i quadri, sia per quanto riguarda
monete e statue di origine romana. La sua bravura e la sua riconosciuta onestà
intellettuale gli avevano garantito una buona fama tra i nobili e i borghesi
del tempo appassionati di antichità e che trovavano in Evans un consulente
affidabile. Sua moglie Cathryn si
occupava delle faccende domestiche e pare che fosse particolarmente abile con
il ricamo all’uncinetto.
Sembrava che i coniugi vivessero una vita agiata
e spensierata, ma all’improvviso qualcosa cominciò a disturbare pesantemente la
loro quiete.
I primi incidenti cominciarono nell’agosto del
1984. La signora Evans continuava a trovare tracce di muffa lungo le pareti
della stanza da letto. La muffa continuava a ripresentarsi, anche poco dopo la
sua rimozione. Col passare dei giorni il fenomeno assunse tuttavia caratteri
decisamente più inquietanti. In particolare le muffe si espansero anche in
altre stanze della casa ed assunsero colori tra il giallo e il verde. Inoltre, progressivamente,
cominciarono a prendere delle forme determinate. Le macchie erano sempre più
simili a delle mani, delle mani inequivocabilmente umane. James Evans, in base
a quanto riferito dalle cronache, era una persona razionale e attribuì il
fenomeno semplicemente a delle infiltrazioni di umidità.
Fece quindi scrostare
e ridipingere tutte le pareti coinvolte, ma il fenomeno si ripresentò dopo
pochi giorni, più irruento di prima. La signora Evans cominciò a preoccuparsi
seriamente: non dormiva la notte, mangiava poco e - forse a causa del suo stato mentale poco
sereno – cominciò a vedere ombre scure che si aggiravano minacciosamente per gli
ambienti.
Così iniziarono a circolare strane voci sulla
casa dei coniugi Evans. Si diceva che fosse infestata da fantasmi o da spiriti
malvagi, e che i proprietari non facessero nulla per allontanarli. Infatti si
erano categoricamente rifiutati di rivolgersi a spiritisti e medium – molto in
voga all’epoca -, ritenendo che si trattasse di gente poco seria, che voleva solo
approfittare economicamente di simili situazioni e sfruttare la faccenda per
avere un po’ di notorietà.
Fu solo consentito ad un fotografo del giornale
locale di posizionare la propria macchina fotografica e scattare alcune
fotografie. Infine, per tranquillizzare la moglie che dava segni sempre
maggiori di inquietudine, James Evans decise di chiamare un sacerdote per
benedire la casa.
Da allora i fenomeni diminuirono rapidamente,
fino a cessare del tutto. Non si scoprì mai esattamente quale fosse la loro causa,
ma alcuni giornali insinuarono che Evans, a causa del suo mestiere e della sua
passione per l’antiquariato, avesse collocato in casa una qualche statuetta di origine
sconosciuta, la quale avesse portato con sé da lontano un qualche maleficio.
La
maledizione sarebbe cessata solo in seguito alla benedizione della casa (forse accompagnata
anche distruzione dell’oggetto). Da allora in poi, anche tra i successivi
acquirenti dell’immobile, nessuno avrebbe riscontrato più fenomeni particolari.
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