martedì 7 febbraio 2017

Il film horror più pauroso di sempre

 

The Dark River. Oggi questo titolo è poco conosciuto e non se ne parla molto, ma quando uscì nelle sale fu in grado di terrorizzare migliaia di cittadini americani. Si sospetta persino che a questa pellicola siano attribuibili dei decessi. Ma cominciamo con ordine. Il film fu realizzato tra il 1946 ed il 1947, dal regista Michael Travel. Fu girato nell’arco di qualche mese, con un budget molto limitato e con attori alle prime armi. La storia narrata è la seguente:
 
Una ragazza di 26 va ad abitare con la madre in una villa ottocentesca, ereditata da una vecchia zia.
Il grande parco di questa casa è attraversato da un fiume, sulle cui sponde vengono ritrovati strani oggetti. Il primo è una statuetta di legno, scheggiata, che raffigurava un elefante indiano. Il secondo oggetto è un teschio mostruoso, con tre orbite e due bocche. Il terzo è una statua di un nano. Ma non un nano da giardino, come quelli a cui siamo abituati, ma una bestia orribile, deforme e sproporzionata, con il volto incredibilmente malvagio.
Dopo i ritrovamenti la ragazza diventa sempre più inquieta e ansiosa. Non si fida delle persone che ha intorno, nemmeno della propria madre e dei propri amici. Per di più comincia a soffrire di sonnambulismo e di allucinazioni visive. Una notte, in seguito ad un attacco di sonnambulismo, si risveglia sulla riva del fiume, con in mano una testa mozzata che presenta le stesse deformità del cranio trovato qualche giorno prima. Due giorni dopo rinviene la madre morta nel parco, con l’addome schiacciato. Nei dintorni vi sono delle enormi impronte, senza dubbio quelle di un grosso elefante africano. Il film si conclude con la ragazza che qualche giorno dopo si tuffa nel fiume e scompare tra le sue acque, per sfuggire ad un orribile nano che la stava inseguendo.

La pellicola turbò molti spettatori e i giornali riportarono la storia di diverse persone che dopo aver assistito allo spettacolo avevano sofferto di incubi e allucinazioni spaventose. Secondo il New York Times del 21 febbraio 1947 alcuni erano arrivati persino a suicidarsi per sfuggire alla visione di un terribile nano deforme che li inseguiva. Il film, per il suo forte impatto negativo, non venne più proiettato nelle sale e la sua ulteriore distribuzione venne bloccata. Così si finì presto per non parlarne più e le pellicole originali, non più riprodotte in quanto non richieste, andarono perse, rovinate o distrutte. Ad oggi sopravvivono solo quattro copie (almeno di quelle note), una delle quali si trova presso l'Horror Museum di Toronto.  

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