giovedì 16 febbraio 2017

Tassa sui cani: tutti i motivi per essere contrari


Si fa sempre più strada, a livello nazionale come a livello europeo, l’idea di introdurre un nuovo tributo sul semplice possesso di un animale. Le ipotesi e i progetti sono molti, ma sembra che si vada sempre più in questa direzione e l’intento è quello di colpire in particolar modo i proprietari di cani. Le ragioni di questa scelta sono molte. Alcuni ritengono che i cani in circolazione siano troppi, che generino numerosi problemi alla collettività, e soprattutto spese a carico delle amministrazioni.
La presenza di un numero elevato di cani, infatti, comporterebbe un numero sempre maggiore di accoppiamenti tra animali e i nuovi cuccioli, che spesso vengono abbandonati, finiscono per aumentare il problema del randagismo. I cani randagi possono essere aggressivi e pericolosi per l’uomo e obbligherebbero le amministrazioni a spese elevatissime per le sterilizzazioni ed il mantenimento nei canili.
Ma chi vuole l’introduzione di questo nuovo tributo ritiene che i cani siano un peso economico in quanto la maggior parte dei padroni non pulirebbe strade, marciapiedi e palazzi dove i loro animali fanno i loro bisogni. In effetti, se è vero che molti ormai raccolgono gli escrementi è anche vero che rimangono ancora tanti padroni incivili, ed è altrettanto vero che l’urina non viene mai pulita da nessuno, con la conseguenza che molte vie dei centri storici italiani sono stati trasformati in fiumi giallognoli e maleodoranti.
Ma la prima delle ragioni, probabilmente, è che ormai i padroni di cani sono molti e che di conseguenza, sono molte le entrate recuperabili tramite una simile tassa. Chi è favorevole alla sua introduzione afferma che essere proprietari di un cane sia indice di notevole ricchezza, e che pertanto è giusto colpire con questa imposta le persone più abbienti. È vero che aver cura di un animale comporta numerose spese, di carattere alimentare, sanitario e igienico. Sono in tanti poi a non badare a spese nel comprare al proprio amico a quattro zampe costosi giochi, cappottini e altri accessori di cui l’animale non avrebbe proprio sempre bisogno.
Ma un cane è spesso un animale da compagnia, per chi è solo e non ha nessuno che gli stia accanto. Il più delle volte si tratta di persone abbandonate dalla società, che non hanno nemmeno grandi risorse economiche, e vivono con pensioni e stipendi minimi. Per altri un cane è un amico a quattro zampe, da trattare bene, ma non da viziare con inutili e costosi regali ogni giorno. I cani sono poi indispensabili a chi ha problemi di vista (o è addirittura affetto da cecità), soffre di depressione, oltreché per i bambini che devono praticare costantemente la pet-therapy. Tutto questo senza considerare quanto utili possano essere gli animali in situazioni di emergenza, come in caso di valanga, di frana o di terremoto.
 
La nostra idea è quindi che non sia giusto colpire economicamente i proprietari di cani, e che avere un amico peloso non sia necessariamente indice di ricchezza. Molti padroni sono anziani, soli, poveri e malati; tanti, comunque, stentano ad arrivare a fine mese e se proprio è necessario tassare qualcuno, questi è da individuare in chi veramente ha redditi elevati, e non n hi semplicemente ha un animale.

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